L’antica Arte erotica nepalese, attraverso i suoi scultori ed intagliatori che hanno tramandato di generazione in generazione queste tecniche che si perdono nella notte dei tempi, mostra in bella vista senza alcun pudore, tabù o finto scalpore scene esplicite di amplessi sessuali anche plurimi sui frontali dei Templi più sacri a Bakhtapur, a Pashupatinath, a Patan ed in altri complessi religiosi del Paese. Le culture primitive hanno sempre associato l’atto sessuale alla potenza delle forze soprannaturali e spesso, molto spesso, la loro fede religiosa lo rappresenta mediante raffigurazioni scevre da qualsiasi tabù. L’Arte erotica contiene pertanto significati specifici all’interno dei culti e delle fedi religiose dei nativi.
La rappresentazione erotica ha costituito per molto tempo la semplice espressione della cultura legata all’arte indigena e religiosa, senza alcun distinguo o ancor peggio accantonamento rispetto ad altre tipologie di generi artistici.
Il moderno concetto di “pornografia” non è esistito sino all’età Vittoriana, negli anni che vanno dal 1857 al 1864: da allora l’impero britannico ha bandito con una serie di editti specifici anche la visione di oggetti o immagini che rappresentassero atti e comportamenti sessuali considerati licenziosi e pertanto proibiti (le prime leggi che hanno criminalizzato la cosiddetta pornografia risultano essere state emanate con la pubblicazione del “Obscene Publications Act” del 1857).
Nel XIII secolo d.C. il regno della dinastia dei Malla si espande per l’intera Valle di Kathmandu: l’arte nepalese fiorisce e sboccia al suo massimo splendore, soprattutto dal XV secolo quando l’allora re Yaksamalla procede nella divisione del suo territorio in tre diversi regni a favore dei figli. Da allora le arti fiorirono come mai prima. I tre sovrani Malla, in disputa tra loro per colui che risultasse aver costruito i Templi ed il Palazzo Reale più belli, praticavano un’orribile usanza facendo tagliare le mani agli artigiani più bravi che avessero realizzato dei veri e propri capolavori per loro, affinchè non potessero ripeterli per i rivali.
Questo vigoroso impulso dato dalla competizione tra i tre re portò alla creazione di opere artistiche irripetibili che raccontavano, attraverso l’incisione degli esperti intagliatori, le storie trasposte stupendamente nel legno a testimonianza della cultura e delle capacità artistiche degli stessi narratori.

Fabrizio Loiacono Photographer.