Il sistema delle caste, pur se abolito ufficialmente nel 1962, è mantenuto in vita dalla religione hinduista che è praticata dall’83% dell’intera popolazione nepalese. La casta non si sceglie ed è determinata dal cognome, dal mestiere, dal colore della pelle e si tramanda di generazione in generazione. Ma esistono individui nati al di fuori di qualsiasi casta: i Harijan, Pària o Dalit, la cui più appropriata definizione è “oppressi”, sono considerati intoccabili perché ritenuti impuri. Ai Dalit (tale termine deriva dal sanscrito “dal” che significa “spezzare, spaccare, aprire”) sono affidati i mestieri più gravosi ed umili (lavorano il cuoio e questo per la religione hinduista significa essere inequivocabilmente impuro, cremano i defunti, puliscono le fogne e le latrine). Restano impuri anche quando riescono ad ottenere un’occupazione più dignitosa come, ad esempio, lavorare nei campi. Spesso le donne Dalit sono oggetto della orribile tratta di esseri umani, definibile con il termine inglese di “trafficking”: le vittime vengono circuite dai loschi trafficanti mediante la violenza o l’inganno ed una volta ridotte in schiavitù, vengono vendute e sfruttate nei mercati della prostituzione, dell’accattonaggio, del lavoro nero non retribuito e del traffico di organi umani.
Sino a poco tempo fa le abitazioni dei Dalit dovevano essere costruite lontano dai quartieri dove abitavano le persone di casta più alta ed in una posizione tale che il vento non potesse portare il loro odore. Non potevano attingere acqua da un pozzo pubblico perché lo avrebbero reso impuro.
Addirittura neppure l’ombra di un Dalit poteva permettersi di toccare l’ombra di un Bramino perché avrebbe inquinato la purezza di quest’ultimo, pertanto dovevano stendersi a terra ed a debita distanza, per lasciar passare il Bramino senza che le due ombre si toccassero. Inoltre i Dalit non potevano essere cremati.
I Dalit, ancora oggi, sono individui discriminati nell’ambito di questo sistema di caste e soffrono delle restrizioni subite da parte dello Stato e della società. In Nepal esistono tra i 3,6 ed i 5 milioni di persone con questo status, che comprendono sino ad un quinto della popolazione totale.
Molti Hindu sono convinti della validità della leggenda che narra la storia dell’origine delle caste: le persone di casta superiore (brahmini, kshatriya, vaisya) sarebbero nate dalla bocca, dalle braccia e dalle cosce del Dio Brahma, mentre i Sudra (servi ed artigiani) dai piedi: i Dalit, invece, neppure rientrano in tale curiosa leggenda semplicemente perché da sempre risultano troppo legati ad un concetto di impurità per farne parte (essi fanno parte del gruppo dei fuori casta degli “Avarna”, nome che prende origine dalla polvere che copriva i loro piedi).
Ghandi, dall’alto della sua grande saggezza, riferendosi ai Dalit più poveri ed emarginati, li denominò “Harijan”, cioè “figli di Dio”.

Fabrizio Loiacono Photographer