La Milano che non ti aspetti: una notte sulle circolari 90 e 91.

Salgo sul 90, intorno alle 22,00, l’unico mezzo circolante a Milano per tutta la notte oltre al 91, che percorre in senso inverso il capoluogo lombardo.

E’ sabato sera, precisamente il 4 aprile 2015.

Sono solo, con la mia Canon chiusa nello zainetto ed il cellulare in mano. Mi hanno consigliato vivamente di non tirare fuori la macchina fotografica…e dalle facce che vedo in giro ritengo che abbiano ragione!

L’autobus è pieno e non c’è posto a sedere, mi reggo in modo instabile mentre inizia il viaggio. Dopo circa una mezzoretta si libera un posto e riesco a sedermi. Mi guardo meglio in giro. Un gruppo di ragazzi stranieri parlano scherzando tra di loro, mentre un senzatetto dorme rannicchiato sul sedile davanti a me. Altri giovani salgono appena usciti da casa per recarsi in discoteca, facendo un baccano incredibile. Una coppia di ragazzi aggrappata alle aste di metallo si scambiano effusioni, mentre alcune persone anziane li osservano severi.

Nel buio della notte della vecchia “Milano da bere”, l’autobus sembra scivolare via leggero, se non fosse per le buche nell’asfalto che ci fanno sussultare.

E’ un via vai incessante di persone che salgono ed altre che scendono, un’ininterrotto saliscendi che si ripete ad ogni fermata.

Mi sono ambientato. Ho osservato.

Ho compreso che, se voglio veramente realizzare questo minireportage di una notte sulla linea 90 di Milano, devo usare solo il cellulare e di nascosto. Saranno immagini rubate, mentre con il telefonino farò finta di scrivere messaggi ad improbabili destinatari.

Fotografo alcuni ragazzi, poi un trans che si siede proprio di fianco al mio posto. Altri ragazzi salgono con uno skate, immortalo anche loro.

Due amici saltano al volo sul mezzo con in mano una bottiglia di superalcolico ormai quasi completamente scolata, uno dei due la tiene con forza dal collo, quasi come un trofeo.

Assisto ad un via vai di personaggi tra i più originali ed incredibili, come se stessi a teatro ed ogni attore presente sul palco del 90 stesse interpretando la sua parte.

Fotografo intenzionalmente solo in verticale, per distinguere queste immagini da quelle che andrò a realizzare sul 91.

Passano velocemente le ore ed arriva l’alba.

Non ho chiuso gli occhi neppure un’istante.

Ma ho condiviso con questi sconosciuti la mia prima notte a Milano insonne.

Salgo sul 91, intorno alle 23,00, l’unico mezzo circolante a Milano per tutta la notte oltre al 90, che percorre in senso inverso il capoluogo lombardo.

E’ martedì sera, precisamente il 21 aprile 2015.

L’autobus non è molto affollato, trovo subito il posto per sedermi.

E’ incredibile come possa essere normale per molte persone salire su questo mezzo ed usarlo come se fosse una casa viaggiante. C’è chi già dorme, chi mangia, chi beve da una bottiglia di birra, chi parla al cellulare con Skype, chi messaggia o gioca, chi si rolla una canna tranquillamente…

Ad un certo punto salgono due ragazzi molto giovani, avranno al massimo 17 anni, minorenni quindi. Mi chiedo, stupito, come possano girare da soli alle 3 del mattino. Si guardano in giro con circospezione. Poi, con scatto felino, si arrampicano sul pianale posteriore dell’autobus e si sdraiano per dormire, uno accanto all’altro. Resteranno a riposare in questa posizione non proprio comodissima sino all’alba. Al cambio dell’autista della circolare, il nuovo subentrato inchioda lungo la strada e fa balzare a terra il primo ragazzo, quello più giovane, che si rialza dolorante, ma senza nulla di rotto. E’ talmente frastornato che neppure ha la forza di inveire contro il conducente. Il riposo è terminato.

Dopo poco sale un ragazzo con i capelli rasati che si siede di fronte a me. Trema e si copre il volto infastidito dalla luce dell’illuminazione interna. E’ sicuramente sotto effetto di droghe.

Fotografo esclusivamente in orizzontale per distinguere queste immagini rispetto a quelle scattate sul 90.

La mia seconda notte a Milano insonne si conclude all’alba, con l’immagine di questo ragazzo rannicchiato sul sedile davanti al mio, in preda agli effetti degli stupefacenti.

Fabrizio Loiacono Photographer.