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Dea Yallamma Ritratti – India 2015

Primo piano di Bageshri, una Devadasi considerata l'incarnazione terrena della Dea Yallamma, una delle tante schiave devote servitrici della Dea: impugna nella sua mano la "Choura", un ventaglio realizzato con capelli umani e manico di argento con il quale onorare e servire la Divinità allontanando gli insetti. La pratica religiosa che è alla base della istituzione delle Devadasi, originata da un culto Hindu molto antico legato ai riti propiziatori della fertilità e della prosperità, prevede che bambine in età prepuberale vengano consacrate ad un Dio o ad una Divinità locale di un tempio hindu (soprattutto nei confronti della dea Yallamma, dea della fertilità), mediante un rito di iniziazione durante il primo plenilunio dell'anno (Bharata Poornima) che verrà perfezionato, quando le ragazze entreranno nell'età puberale, con una seconda cerimonia in cui le stesse verranno iniziate sessualmente ad opera di un sacerdote, di un re, di un patrono del tempio o, comunque di un importante personaggio. Il termine Devadasi significa, in sanscrito, "schiava di Dio" o "Prostituta sacra", esse infatti sono destinate a soddisfare il piacere e a divertire la Divinità di cui sono nominate cortigiane: non si sposano perchè risultano già sposate con la Divinità ("Nitya Sumangali"), in tal senso non diverranno mai vedove e questo è considerato di buon auspicio. In origine le Devadasi provenivano da famiglie di casta elevata, venivano istruite ed educate acquisendo una cultura raffinata ed umanistica, erano le sole donne (oltre alla regina) a saper leggere e scrivere, veniva loro riconosciuto anche il diritto a possedere beni materiali. Venivano selezionate ed avviate alle arti ed alla danza mediante il sostegno di Raja e uomini influenti, godevano di un alto stato sociale e la loro era considerata una casta molto importante. Lo stesso numero delle Devadasi che vivevano e praticavano nel tempio era indice della ricchezza e dell'importanza di tali luoghi di culto. Con il passare del tempo tale pratica ha subito uno stravolgimento: essa ormai viene alimentata dalle famiglie appartenenti alle caste più povere, soprattutto da parte degli "Intoccabili". Il turpe commercio dei corpi delle bambine viene considerato un "dovere" verso la Divinità e viene mascherato e giustificato su basi religiose tradizionali che non hanno più alcun fondamento, in quanto esso è incrementato da ragioni essenzialmente socio economiche: la famiglia originaria della Devadasi non dovrà provvedere all'indispensabile dote necessaria a sposare la figlia e potrà contare in un importante sostegno economico per la vecchiaia. Dintorni del tempio dedicato alla Dea Yallamma, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Primo piano di una donna Hindu che vende, tra la folla che si accalca nel mercato di Saundatti, un fascio di corde da lei stessa realizzata: il suo nome è Chameli. La sua non è una vita semplice e serena: è una Dalit o Paria (in sanscrito significa oppressa), cioè una "intoccabile". Chi non appartiene, come lei, alle quattro caste riconosciute, va evitato, emarginato, non può essere mai toccato perchè considerato impuro. Secondo la leggenda Hindu, se qualche antenato era stato un peccatore (la cui anima si reincarna con la finalità di purificarsi nelle generazioni successive) tutti i discendenti appartenevano ai fuori casta e dovevano accettare il loro destino di subordinazione. Soprattutto nelle zone rurali dell'India, in cui il peso delle tradizioni risulta più radicato e le angherie delle caste alte più diffuse, i Dalit vivono esistenze da cittadini inferiori, ai quali viene negato l'accesso ai pozzi, la proprietà terriera, l'interazione con gli appartenenti alle caste elevate, l'istruzione ed il ricorso alla sanità. Nel caso di mancato rispetto di questi obblighi da parte dei Paria, la pena crudele ed immediata da parte del popolo è il linciaggio. Ma l'espressione serena e fiera, dignitosa e quasi austera di Chameli sembrano farle dimenticare, almeno per un attimo, il suo passato, il suo presente ed il suo futuro. Regione del Karnataka, India 2015.
Anuprabha, una Devadasi (considerata la reincarnazione terrena della Dea Yallamma, protettrice dei più umili, dei tribali, dei contadini, degli eunuchi e dei transessuali) mi mostra con orgoglio la statua raffigurante l'immagine della Divinità ricoperta da una lastra di argento. Al collo porta le tradizionali collane realizzate con le conchiglie cipree che contraddistinguono e differenziano dalle altre donne le Devadasi. La conchiglia ciprea è uno degli amuleti più antichi: a questa conchiglia è stato conferito un significato simbolico in molti culti e credenze (non solo in India) a causa della sua forma così particolare che presenta una piccola apertura nella faccia inferiore, ricordando esplicitamente la forma del genitale femminile. Per questo in molte culture antiche è considerata il simbolo della fertilità femminile che, in India, in occasione dei festeggiamenti in onore della Dea Yallamma (dea della fertilità) viene indossata dalle donne che rappresentano la Divinità sulla Terra. Dintorni del Tempio Yaqllamma Devi, villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Chaitaly, una bambina Hindu in braccio alla nonna nell'immenso accampamento sorto ai piedi della collina Yallammagudda, sulla cui sommità sorge il Tempio dedicato alla Dea Yallamma (la Dea della fertilità, conosciuta anche con il nome di Jagadamba, la Madre dell'Universo): entrambe sono sedute accanto al camion con cui hanno viaggiato per centinaia di chilometri dal loro villaggio per giungere sin qui e festeggiare con la prima luna piena dell'anno nuovo la Divinità durante il Renuka Yallamma Jatra. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di una donna appartenente all'etnia nomade Banjara nel mercato di Saundatti in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma: questa tribù transumante che ha uno stile di vita errante viene considerata diretta discendente degli antenati indiani dei Rom europei. Da notare il vistoso abbigliamento tradizionale, la particolare pettinatura, oltre le numerose collane ed i tradizionali orecchini di varia fattura. Regione del Karnataka, India 2015.
Primo piano di alcune donne Hindu che si sottopongono gioiosamente al rito del bagno sacro per purificarsi, abbandonarsi e depurarsi dalle energie negative accumulate. L'acqua, la terra ed il fuoco sono da sempre i tre elementi naturali sui quali si basa la loro vita quotidiana ed il loro credo religioso. In occasione di queste celebrazioni, divengono le tre tappe fondamentali per giungere alla purificazione del corpo e dell'anima. Piscina alimentata dal Saundatti Lake, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Una giovane donna Hindu si sta asciugando dopo il bagno rituale di purificazione: sulla sua fronte è evidente il "Tilaka" tipico dei seguaci di Shiva che prende il nome di "Tripundra". Consiste in tre strisce orizzontali di pasta di "vibhuti" (cenere consacrata) di colore bianco crema tra le quali, al centro, viene posto un piccolo cerchio rosso di pasta di sandalo e di kum kum (una polvere rossa a base di curcuma e calce spenta. Piscina alimentata dal Saundatti Lake, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Chhaya, bambina di 12 anni: si sta asciugando i capelli nell'immenso accampamento sorto intorno al Tempio Yallamma Devi (situato su una collina denominata Yallammagudda) dedicato alla Dea Yallamma, conosciuta anche come "Jagadamba"  la Madre dell'Universo. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di una donna appartenente all'etnia nomade Banjara nel mercato di Saundatti in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma: questa tribù transumante che ha uno stile di vita errante viene considerata diretta discendente degli antenati indiani dei Rom europei. Da notare il vistoso abbigliamento tradizionale, i tatuaggi sul mento, oltre le numerose collane ed i tradizionali orecchini di varia fattura. Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di una giovane donna Hindu che tiene in braccio la sua bambina di nome Amodini: entrambe sono contrassegnate sulla fronte con la polvere di curcuma e di kum kum in onore della Dea Yallamma. Dintorni del Tempio dedicato alla Divinità, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Nel grande accampamento sorto ai piedi della collina (conosciuta con il nome di Yallammagudda), su cui sorge il Tempio Yallamma Devi dedicato alla Dea della fertilità Yallamma, scatto questo ritratto ad una altera donna Hindu di nome Dristi: la perforazione della narice, volta all'inserimento di un orecchino da naso, è prevalentemente effettuata in giovane età per la convinzione tradizionale (derivata dalla medicina ayurvedica) che un foro nella narice allievi il dolore generato dal parto. Gli altri orecchini che adornano le sue orecchie sono, invece, solamente di ornamento. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Chadrabhushan, un ragazzo Hindu di 16 anni che è giunto con la sua famiglia sino al villaggio di Saundatti dal lontano villaggio di Kuchipudi in cui vive. Anche lui porta i "segni" della partecipazione al Renuka Yallamma Jatra, i festeggiamenti in onore della Dea Yallamma (dea della fertilità, conosciuta anche come Jagadamba, la Madre dell'Universo): sui capelli, sul viso e sui vestiti si è depositata la polvere gialla e rossa della curcuma e del kum kum. Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Hemangi, una bambina solare Hindu che, con i genitori, è giunta sino al villaggio di Saundatti per partecipare ai festeggiamenti in onore della Dea Yallamma, la Dea della fertilità protettrice dei tribali, dei contadini, dei più umili, delle Devadasi, degli eunuchi e dei transessuali, conosciuta anche come Jagadamba, la Madre dell'Universo. Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Gitanjali, un eunuco o transgender (denominato "Hijra"): in passato gli Hijras erano considerati quasi una semidivinità e svolgevano il ruolo di stimati sacerdoti della Dea Yallamma (Dea della fertilità). Oggi transgender ed eunuchi sopravvivono cantando e ballando ai matrimoni o ad altre cerimonie assicurando con la loro benedizione un futuro prospero per la famiglia che li ha ospitati. Ma un numero sempre maggiore è costretta a chiedere l'elemosina o, ancor peggio, a prostituirsi. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di un pellegrino giunto con la famiglia a Saundatti per partecipare ai festeggiamenti in onore della Dea Yallamma: il suo nome è Adarsh. Lo sguardo profondo e sereno dimostra la sua pace interiore. Dintorni del Tempio dedicato alla Dea Yallamma, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Bina, una giovane mamma con in braccio la sua bambina di nome Alka. Ll'eleganza di questa donna Hindu è straordinaria: pur vestendo in modo semplice e per nulla ricercato, pur avendo un cacciavite tra la crocchia dei capelli per fermarli dietro la nuca, il suo portamento è leggiadro e raffinato. Villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Primo piano di Godavari, un eunuco o transgender (denominato anche"Hijra" dagli Hindu che significa impotente): sul naso e sulle orecchie indossa un numero incredibile di orecchini d'oro, mentre tra le labbra stringe un ramoscello di una pianta considerata sacra che prende il nome di Neem (come segno di penitenza e devozione nei confronti della Dea Yallamma). In passato gli Hijras erano considerati quasi delle semidivinità e svolgevano il ruolo di stimati sacerdoti della Dea Yallamma (Dea della fertilità). Oggi transgender ed eunuchi sopravvivono cantando e ballando ai matrimoni o ad altre cerimonie assicurando con la loro presenza benedizioni e un futuro prospero per la famiglia che li ha ospitati. Ma un numero sempre maggiore è costretta a chiedere l'elemosina o, ancor peggio, a prostituirsi. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Ajitabh, un bambino Hindu presente con la sua famiglia alla grande festa in onore della Dea Yallamma (Renuka Yallamma Jatra): tutti i pellegrini si dimostrano allegri e cordiali, disponibili e cortesi. Nessun occidentale è presente a questa cerimonia: molti indiani mi osservano meravigliati ed increduli. Spesso mi chiedono di essere fotografato con loro. Sono io, in questo caso, a divenire "trofeo" digitale da mostrare con orgoglio attraverso il loro cellulare. Ed io, d'altrocanto, sono ben felice di aderire a questa loro richiesta vista la loro gentilezza, cortesia ed affabilità. Villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Primo piano di Jeevika, un eunuco o transgender (denominato anche"Hijra" dagli Hindu che significa impotente): in passato gli Hijras erano considerati quasi delle semidivinità e svolgevano il ruolo di stimati sacerdoti della Dea Yallamma (Dea della fertilità). Oggi transgender ed eunuchi sopravvivono cantando e ballando ai matrimoni o ad altre cerimonie assicurando con la loro presenza benedizioni e un futuro prospero per la famiglia che li ha ospitati. Ma un numero sempre maggiore è costretta a chiedere l'elemosina o, ancor peggio, a prostituirsi. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Bhanuja, una donna Hindu con il suo ragazzo, di nome Anurag: entrambi sono presenti alla grande festa in onore della Dea Yallamma (Renuka Yallamma Jatra) che si tiene in occasione della prima luna piena del nuovo anno. Villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Achala, una bambina Hindu di 12 anni, è al di là della transenna che permette al corteo dei pellegrini di entrare all'interno del Tempio dedicato alla Dea Yallamma: il suo sguardo incredulo ed interrogativo nell'osservare l'unico occidentale presente al Renuka Yallamma Jatra, testimonia la scarsa o quasi nulla considerazione e conoscenza del mondo cosiddetto civile riguardo questa Festa in onore di una Divinità così importante per centinaia di migliaia di devoti Hindu. Villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Un gruppo di giovani Hindu sorridono davanti all'obiettivo della mia macchina fotografica nella luce rossastra del tramonto: il giorno della grande festa è giunto, il "Bharat Hunnime", questa sera la prima luna piena del nuovo anno sorgerà nel cielo terso e verrà celebrata con canti, danze, offerte in onore della Dea Yallamma, la Dea della fertilità, protettrice dei più umili, dei tribali, dei contadini, delle Devadasi, degli eunuchi e dei transessuali (conosciuta anche come Jagadamba, la Madre dell'Universo). Villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Primo piano di una devota della Dea Yallamma che si copre il capo con alcuni rametti di Neem (una pianta considerata sacra, chiamata anche l'albero dei miracoli o la farmacia del villaggio) mentre ne stringe un altro tra i denti: in sanscrito viene denominata "Sarva roda nidarini" che significa "il guaritore di tutti i malanni". Nella millenaria tradizione indiana inserire piccoli rametti di questa pianta tra i denti e masticarne le parti più tenere è un rimedio incredibilmemnte efficace per l'igiene orale, contro gengiviti ed afte; foglie di Neem vengono tenute in bocca al ritorno dai funerali per purificarsi; si racconta che il primo giorno di Chattra (il primo mese dell'anno secondo il calendario Hindu) è dedicato all'adorazione del Neem e, per tradizione, si consuma un decotto di foglie di Neem, fiori, jaggery (zucchero non raffinato) e mango fresco per salvaguardare la salute durante l'intero anno. Dintorni del Tempio dedicato alla Dea Yallamma, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Nel mercato di Saundatti un gruppo di pellegrini (con i segni inequivocabili sul corpo e sui vestiti della loro partecipazione ai festeggiamenti in onore della Dea Yallamma, la Dea della fertilità) esprime la propria gioia alzando il pollice in segno di approvazione o vittoria. Durante tutta la mia permanenza nel villaggio di Saundatti ho sempre percepito una grande serenità, un'accoglienza generalizzata, un turbinio di emozioni indescrivibili. Regione del Karnataka, India 2015.

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editore2022-03-10T11:38:25+01:00

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