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Fabrizio Loiacono Emozioni di viaggio
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Dea Yallamma Ritratti – India 2015

Ritratto di famiglia, un gruppo di pellegrini con almeno quattro diverse generazioni si concedono all'obiettivo della mia macchina fotografica: è un momento di pausa durante la loro impegnativa permanenza nell'accampamento di Saundatti durante i festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma. Regione del Karnataka, India 2015.
Bhairavi, questo è il nome di questa simpatica donna Hindu, trattiene a stento il sorriso compiacente per il ritratto che le sto scattando nel mercato di Saundatti. Regione del Karnataka, India 2015.
Una giovane donna Hindu attende il suo turno per bagnarsi nelle acque della piscina alimentata dal lago naturale Saundatti: l'espressione serena del suo volto conferma la grande pace interiore che la pervade. In questo luogo scelto per onorare, festeggiare e pregare la Dea Renuka Yallamma (la Madre della fertilità, dell'amore e dei diversi), il contatto con la terra, i riti di purificazione, la liberazione dal vecchio e l'accettazione del nuovo rappresentato dal sorgere della prima luna nuova dell'anno (la luna, si identifica con l'energia femminile che illumina e avvolge ogni cosa per l'intero anno a venire, sino alla prossima purificazione), ci si abbandona e si ripulisce il proprio spirito interiore dalle energie negative assorbite nel corso della vita. In particolare le donne vivono, durante questa Festa, il loro momento di riscatto, di rinascita: sembra che l'elemento femminile prevalga su ogni cosa. Donne che si prendono cura di altre donne in una circostanza spirituale e religiosa di enorme importanza, seguendo rituali che si perdono nella notte dei tempi, percorsi di meditazione, intense pratiche magiche. Regione del Karnataka, India 2015.
Nel grande accampamento sorto ai piedi della collina Yallammagudda (sulla cui sommità sorge il Tempio Yallamma Devi dedicato alla Dea Yallamma, accampamento che ospita oltre centomila pellegrini, giunti sin qui per partecipare al Renuka Yallamma Jatra, i festeggiamenti in onore della Divinità), Ashwatthama, bambino Hindu di 12 anni, si fa ritrarre con accanto il suo amatissimo zebù. Poco distante il papà che mi osserva curioso. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Un intenso ritratto di Hema, un'anziana donna Hindu presente al Renuka Yallamma Jatra, in occasione dei festeggiamenti in onore della Dea Yallamma, la Dea della fertilità. Villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
I bambini sono sempre disponibili a farsi fotografare e mi hanno sempre accolto con i loro sorrisi meravigliosi: qui siamo nell'accampamento dei pellegrini giunti per festeggiare il Renuka Yallamma Jatra in onore della Dea Yallamma. I loro nomi, dal primo piano sino ai due bimbi in piedi sul carro, sono: Jagrati, Amba, Bhargav, Chandrachood, Abhinav, Balamohan, Ateet, Dhiren. Dintorni del villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Questa simpatica donna Hindu di nome Hamsa, scherzosamente mi fa il verso con le dita come a voler fotografare me. Dintorni del villaggio di Saundatti durante il Renuka Yallamma Jatra, i grandi festeggiamenti in onore della Dea Yallamma, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di una donna appartenente all'etnia nomade Banjara nel mercato di Saundatti in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma: questa tribù transumante che ha uno stile di vita errante viene considerata diretta discendente degli antenati indiani dei Rom europei. Da notare il vistoso abbigliamento tradizionale, oltre le numerose collane ed i tradizionali orecchini di varia fattura. Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto doi Chintan, un pellegrino Hindu presente ai festeggiamenti in onore della Dea Yallamma (Renuka Yallamma Jatra) in occasione della prima luna piena dell'anno: la polvere gialla di curcuma lo ricopre completamente. Villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Nel grandioso accampamento sorto spontaneamente ai piedi della collina denominata Yallammagudda (su cui sorge il Tempio Yallamma Devi dedicato alla Dea della fertilità Yallamma, conosciuta anche come Jagadamba, la Madre dell'universo) e che accoglie oltre centomila pellegrini provenienti con ogni mezzo dall'Andhra Pradesh, dal Maharashtra e dal Karnataka, le famiglie si riuniscono per mangiare insieme, per dialogare, confrontarsi, pregare: in bella mostra la statua riproducente l'immagine della Divinità che hanno portato con devozione dal loro lontano villaggio. Dintorni del Tempio, villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Una sciamana Hindu porta sul capo la statua riproducente l'immagine della Dea Yallamma realizzata in argilla ricoperta da una lastra di argento. Il suo nome è Jyotsna ed è considerata l'incarnazione terrena della Dea Yallamma (e da quest'ultima investita di poteri speciali e facoltà guaritrici superiori). La sua forza discende direttamente dalla grande Madre dell'Universo (che si identifica con la Dea Yallamma e che viene denominata anche con il termine Jagadamba), la Divinità che la possiede durante la trance e attraverso la quale opera nei confronti dei devoti. Nel rituale della guarigione, ad esempio, la sciamana "succhia" letteralmente dal corpo del posseduto il male, sputandolo poi fuori. Questi oracoli (tali possono essere considerati gli sciamani) usano il proprio corpo come simbolo del sacro e veicolo di forze suscitate da un'esperienza visionaria prima ancora che mistica. Posseggono la forza primordiale di ogni essere umano al di là del bene e del male così come socialmente codificati, qualcosa che attrae e respinge, affascina ed ammutolisce. Dintorni del Tempio dedicato alla Dea Yallamma, villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Girija, una bambina Hindu di 15 anni indossa un bellissimo abito nell'immenso accampamento sorto ai piedi della collina Yallammagudda che ospita oltre centomila pellegrini, giunti sin qui per partecipare al Renuka Yallamma Jatra (i festeggiamenti in onore della Dea Yallamma). Il suo papà sorride orgoglioso mentre la ritraggo con la mia macchina fotografica. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Primo piano di una donna sciamano (sacerdotessa devota alla Dea Yallamma) di nome Deepika, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India, gennaio 2015 - prima luna piena dell'anno.
Ritratto di una giovane donna Hindu di nome Harinakshi: tra le sopracciglia indossa il "Bindi" (tradizionalmente consiste in un punto rosso che in sanscrito significa goccia, particella, punto, considerato il terzo occhio; in questo caso, però, è un gioiello utilizzato come decorazione per la fronte). Inoltre indossa anche gli orecchini d'oro "Jhumka", gli ornamenti che, secondo la tradizione, servono ad impedire che gli spiriti maligni, in grado di entrare nel corpo attraverso una delle sue aperture e prenderne il controllo, passino attraverso l'orecchio (considerato la parte nobile del corpo, segno di sviluppo spirituale). Gli Jhumka hanno una particolare forma: riproducono una piccola campana. Sono piuttosto pesanti e quindi vengono sostenuti da una piccola catena (chiamata "Sahaara") fissata nella parte posteriore dell'orecchio o sui capelli. La medicina dell'agopuntura attribuisce agli orecchini un valore terapeutico in quanto, secondo la tradizione, pungere l'orecchio (considerato il microcosmo dell'intero organismo) reca benefici agli occhi, alla mente e scaccia il cattivo umore. Villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di un Sadhu vicino al Tempio Yallamma Devi dedicato alla Dea Yallamma: la vita di un santone o baba indiano si fonda sulla rinuncia alle passioni terrene ("Moksha") con il fine di liberarsi dall'illusione terrena ("Maya") e perseguire la fine del ciclo delle reincarnazioni ("Samsara"). Per perseguire questo obiettivo abbandona la vita materiale e si dedica alla ricerca di una elevazione spirituale. Troncherà i legami con la famiglia di origine, abbandonando ogni suo avere, vivendo di elemosina e con i doni offerti dai devoti. Nella maggior parte dei casi si atterrà a cinque voti fondamentali: la non violenza ("Ahimsa"), la verità ("Satya"), l'impegno a non rubare ("Asteya"), l'astinenza dal sesso e dai suoi piaceri ("Brahmacharya"), il vincolo a non possedere nulla ("Aparigraha"). Nello svolgimento delle sue pratiche religiose praticherà forme di ascesi e di meditazione, pregherà e canterà ogni giorno, praticherà lo yoga rituale, il controllo del respiro, reciterà i sacri mantra, digiunerà. Alcune sette di Sadhu prevedono mortificazioni estreme, nella speranza di raggiungere più rapidamente la liberazione dalle sofferenze terrene e conseguire la fusione nella Coscienza Cosmica: si fermano in una determinata posizione sino ad atrofizzare gli arti, restano seduti per anni o non si sdraiano più, altri smettono di parlare. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Primo piano di Amodini, una affascinante Devadasi con la tipica collana di grani rossi e bianchi al collo (il "Muttu", simbolo delle serve di Dio): i suoi capelli sono estremamente lunghi. Tradizionalmente la cerimonia di matrimonio di queste donne in età prepuberale (sono prevalentemente originarie delle caste più povere) si svolge durante la loro infanzia dinanzi alla statua della Dea Yallamma. I genitori credono che questo dono alla Divinità calmerà la Dea e che, nel contempo, i loro problemi economici e le loro sofferenze verranno mitigati. Al termine della cerimonia viene resa pubblica la decisione nel villaggio di origine: alle ragazze donate alla Dea è proibito contrarre un matrimonio tradizionale con un uomo, non possono frequentare la scuola ed appartegono di fatto ad un sacerdote o comunque ad un uomo di una casta superiore (paga un pegno in denaro ai genitori in nome della Dea Yallamma) che le sfrutterà liberamente a livello sessuale. Molto spesso, purtroppo, in età adulta queste donne vengono avviate inesorabilmente alla triste pratica della prostituzione. Sono considerate incarnazione della stessa Divinità, schiave devote ritenute in possesso dei medesimi poteri e capacità delle sciamane. Dintorni del Tempio, villaggio di Saundatti, Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di una donna appartenente all'etnia nomade Banjara nel mercato di Saundatti in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma: essere fotografata l'ha fatta scoppiare in una sonora risata. La tribù Banjara ha uno stile di vita errante e viene considerata diretta discendente degli antenati indiani dei Rom europei. Da notare il vistoso abbigliamento tradizionale, i tatuaggi sul mento, oltre le numerose collane ed i tradizionali orecchini di varia fattura. Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di una giovane mamma Hindu con la sua bambina di nome Amshula. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Chitragandha, una donna appartenente all'etnia nomade Banjara nel mercato di Saundatti in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma: questa tribù transumante che ha uno stile di vita errante viene considerata diretta discendente degli antenati indiani dei Rom europei. Da notare il vistoso abbigliamento tradizionale, le numerose collane ed i tradizionali orecchini di varia fattura. Regione del Karnataka, India 2015.
Bhanuja, bambina Hindu di 12 anni, è vestita a festa in occasione del Renuka Yallamma Jatra, le celebrazioni in onore della Dea Yallamma. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.
Alopa, una giovane donna Hindu si copre il capo dal sole accecante con un canovaccio ripiegato a mò di copricapo: divertita, si mostra cordialmente all'obiettivo della mia macchina fotografica. Anche lei è giunta sino al villaggio di Saundatti per essere presente durante le celebrazioni in onore della Dea Yallamma. Regione del Karnataka, India 2015.
Ila, una giovane ragazza Hindu, è in attesa di salire sul camion con cui è giunta insieme alla sua famiglia sino al villaggio di Saundatti per i festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma e che la riporterà al suo villaggio d'origine. Regione del Karnataka, India 2015.
Ritratto di Vinodini, una donna appartenente all'etnia nomade Banjara nel mercato di Saundatti in occasione dei festeggiamenti dedicati alla Dea Yallamma: questa tribù transumante che ha uno stile di vita errante viene considerata diretta discendente degli antenati indiani dei Rom europei. Da notare il vistoso abbigliamento tradizionale, la particolare pettinatura, oltre le numerose collane ed i tradizionali orecchini di varia fattura. Regione del Karnataka, India 2015.
Dharmendra, uno dei centinaia di migliaia di pellegrini presenti nell'enorme accampamento alla base della collina Yallammagudda, sulla cui cima sorge il Tempio dedicato alla Dea Yallamma (la dea della fertilità, conosciuta anche con il nome di Jagadamba, la Madre dell'Universo): i grandi baffi che distinguono Dharmendra testimoniano la credenza arcaica secondo cui essi sarebbero un simbolo di potere, virilità e segno di una forte personalità. Nell'India contemporanea la crescita dei baffi e della barba sono in crisi, riflesso della storia di un paese che si sta occidentalizzando ed omologando al mondo. Nelle zone rurali, così come tra gli appartenenti alle caste più disagiate, la tradizione ancora resiste, come nell'esempio vivente di Dharmendra. Dintorni del villaggio di Saundatti, regione del Karnataka, India 2015.

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editore2022-03-10T11:38:25+01:00

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